Ai Capi e alle Capo della Zona Roma NE “Auriga”
“In quanto metodo attivo, lo scautismo si realizza in attività concrete proposte alla ragazza e al ragazzo che sono incoraggiati ad imparare con l’esperienza e a saper leggere l’eventuale successo o insuccesso anche alla luce del coinvolgimento personale. Lo stile con il quale si svolgono le attività è quello dell’imparare facendo, dando così primato all’esperienza.”
(Regolamento Metodologico – Art.2 interbranca: Metodo Attivo)
Cari capi e care capo della Zona,
è inusuale che riceviate una comunicazione plenaria con questa modalità, che riserviamo di solito alle convocazioni di assemblee o convegni. Oggi, però, ci siamo sentiti di scrivervi direttamente per raggiungervi uno a uno e dirvi “grazie”!
Grazie per la forza che avete avuto finora nel portare avanti il servizio educativo, ragion d’essere della nostra associazione, verso i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze che ci sono stati affidati. Sono stati giorni difficili in un tempo fuori dal tempo, nei quali abbiamo dovuto sfidarci e reinventarci per permettere loro, i più indifesi, di vivere l’oggi non come un tempo di attesa di “qualcosa che verrà”, ma come un tempo pieno, reale, pensato per loro, nel quale vivere, crescere e realizzarsi buoni cristiani e buoni cittadini, nonostante tutto.
Grazie, inoltre, per la costanza con cui vi siete messi al servizio del prossimo, nelle innumerevoli forme che questo tempo ci ha concesso.
Pensiamo alla responsabilità di chi è rimasto a casa e ha continuato in tutto questo tempo a coltivare la relazione educativa con i propri ragazzi sfruttando la testa, il cuore e le tecnologie, in mancanza della dimensione corporea.
Pensiamo a chi si è messo in gioco nei supermercati per contribuire all’iniziativa che la nostra Zona ha patrocinato in collaborazione con le Misericordie della “Spesa SOSpesa”, che ha dato risultati inaspettati per generosità ed efficacia: sono state assistite ben 235 famiglie (circa 770 persone) e il magazzino continua a lavorare a pieno ritmo.
Pensiamo ai capi che hanno accolto la chiamata al servizio della Protezione Civile regionale e del Comune di Roma, fornendo assistenza nelle stazioni delle metropolitane.
Ma pensiamo anche a tutti coloro che si sono messi in gioco in autonomia, senza attendere proposte o chiamate e hanno fatto la differenza prestando il loro aiuto nelle Caritas parrocchiali, nelle iniziative territoriali, nell’aiuto alle parrocchie nell’organizzazione nella trasmissione delle celebrazioni, nella diffusione delle informazioni, e in tanti altri modi che hanno trovato terreno fertile nella fantasia e nella creatività di chi ha saputo tracciare sentieri nuovi per l’amore e la carità.
Ogni atteggiamento di responsabilità e di servizio è stato un tassello di quell’esempio che ci rende educatori di un’associazione cattolica e testimoni credibili del messaggio di Cristo.
Abbiamo dovuto mettere da parte alcuni appuntamenti, istituzionali e non, per dare priorità alla sicurezza, come l’Assemblea di Zona, il concorso per lo sviluppo o gli eventi di Branca per i ragazzi. È stato un atto dovuto, ma anche l’opportunità per avere uno spazio nuovo e inaspettato per tracciare nuove strade nell’educazione e nella relazione. Come Comitato, abbiamo dato priorità alla comunicazione personale con quanti di voi (e vi diciamo con piacere che siate stati tanti) hanno voluto avere un contatto diretto con noi, per sapere, discutere, confrontarsi, chiarirsi.
Ora ci aspetta una nuova sfida: il ritorno alla vita “normale”, come la conoscevamo prima, sarà un percorso lento e ponderato. Tra qualche giorno avremo una prova importante per le nostre parrocchie: la possibilità di tornare a celebrare la Santa Messa con l’assemblea. Sarà l’occasione per riabbracciare i nostri ragazzi, anche se solo con gli occhi e dietro una mascherina… ma basterà per ricordar loro che ci siamo!
Per chi non avesse visto il protocollo concordato tra la CEI e il Governo, può leggerlo a questo link. Come si nota subito, non sono tutte rose e fiori e il rispetto di queste norme richiede impegno, apertura mentale e tanta tolleranza. Questo è un momento importante per scendere in campo al fianco dei nostri sacerdoti, per render loro più facile il lavoro affinché non venga messa in secondo piano la dimensione spirituale a fronte di quella organizzativa e coadiuvarli per far sì che le norme siano rispettate, evitando che l’incuria (o la troppa furbizia) di pochi danneggino il diritto di tutti alla partecipazione comunitaria.
Le Comunità Capi dei Gruppi Scout presenti nelle parrocchie devono essere tra gli attori protagonisti di questo momento storico, in virtù del loro essere una parte importante di quel “cuore pulsante e generoso” della comunità. In virtù della scelta cristiana, dello spirito di cittadinanza e della vocazione al servizio che completano il nostro essere capi. Anche se sarebbe bello tornare operativi con i nostri clan, dobbiamo ricordare di porre attenzione alla salvaguardia dei soci giovani, anche se maggiorenni.
A voi sacerdoti che leggete questa lettera vogliamo dire di contare su noi capi, nella certezza che mai come oggi siamo pronti a giocare nella squadra di Dio.
Approfittiamo di questo messaggio per portarvi anche i saluti del nostro vescovo di settore, mons. Guerino di Tora, che ci ha chiesto di farvi sapere che ci ricorda nelle sue preghiere.
Per quanto ci riguarda, continueremo a essere a vostra disposizione per tessere insieme rapporti e relazioni che fanno della nostra Zona, una grande e bella rete.
Per questo “rimetterci in cammino”, facciamo nostre le parole di Papa Francesco alla rivista spagnola Vida Nueva, del 17 aprile scorso, con le quali invita a trarre insegnamento anche da questa vicenda che ha messo tutti a dura prova: “Se abbiamo potuto imparare qualcosa in tutto questo tempo è che nessuno si salva da solo. Le frontiere cadono, i muri crollano e tutti i discorsi integralisti si dissolvono dinanzi a una presenza quasi impercettibile che manifesta la fragilità di cui siamo fatti” e, nello stesso tempo, sprona a inventare una strada anche dove non c’è: “È il soffio dello Spirito che apre orizzonti, risveglia la creatività e ci rinnova in fraternità per dire presente! (oppure eccomi!) dinanzi all’enorme e improrogabile compito che ci aspetta… È il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrici”.
Con infinito affetto,
Tullia, Maurizio e don Francesco